#10 Un problema di mercato

#10.1

 

Ritratto di Isabella d'Este di Leonardo da Vinci

Uno degli storici equivoci riguardanti le edizioni aldine tascabili è quello circa la presunta economicità degli enchiridia.

Differentemente da quanto erroneamente si crede, i libelli dell’officina aldina erano tutt’altro che economici, come testimonia bene una lettera inviata ad Aldo da Isabella d’Este che accompagnava la restituzione di quattro volumetti stampati su pergamena, “cari dil doppio che non valeno”.

Nonostante il prezzo palesemente elevato, le edizioni aldine conobbero un successo di vendite eccezionale. Prova ne sono i cataloghi delle disponibilità librarie che Aldo stampò nel 1503 e nel 1513, diversissimi dal primo catalogo aldino del 1498, dove l’editore aveva inserito i soli libri greci usciti dalla sua officina fino a quella data, senza fare alcun accenno alle edizioni latine.

L’osservazione incrociata degli elenchi di vendita cinquecenteschi, all’interno dei quali fu inserita l’intera produzione dell’officina manuziana, testimonia della necessità di ristampare numerose edizioni oramai esaurite a distanza di dieci anni, come pure di un rinnovato lavoro sulla selezione dei titoli, motore principale dell’attività editoriale aldina.