#7 L’editoria religiosa

#7.1

 

Santa Caterina detta una lettera a un frate

Nel 1500, proclamato Anno Giubilare dall’allora pontefice Alessandro VI, la produzione dell’officina aldina si aprì con la stampa del primo libro in volgare uscito dai torchi manuziani dopo l’Hypnerotomachia: le lettere di santa Caterina da Siena.

Nella premessa del volume, la prima scritta da Manuzio in lingua volgare, l’editore scelse di denunciare con veemenza la crisi religiosa che pervadeva in quei tempi tutto il popolo cristiano. L’impegno, non solo verbale, in favore di un rimedio contro quelli che egli chiamò “tempi maledecti”, rappresentato in quel caso particolare dalla lettura devota delle epistole della santa senese, era tuttavia soltanto uno dei segnali della fede cristiana di Aldo.

Circa la religiosità e la devozione dell’editore, infatti, non sembra esserci alcun dubbio; sebbene Manuzio abbia pubblicato lungo il corso di tutta la sua attività opere palesemente inconciliabili con i dettami del cristianesimo, tuttavia egli non mancò mai di manifestare la propria posizione in merito.

Nelle sue prefazioni, infatti, l’editore pose sempre l’accento sul lavoro filologico che stava dietro il grande impegno per il recupero dei testi della cultura classica. Inoltre, riferimenti e richiami a Dio e alla morale cristiana sono presenti nella maggior parte delle premesse da lui composte e allo stesso modo anche il catalogo delle pubblicazioni costituisce una testimonianza attiva della sua religiosità.