#7 L’editoria religiosa
#7.1
Nel 1500, proclamato Anno Giubilare dall’allora pontefice Alessandro VI, la produzione dell’officina aldina si aprì con la stampa del primo libro in volgare uscito dai torchi manuziani dopo l’Hypnerotomachia: le lettere di santa Caterina da Siena.
Nella premessa del volume, la prima scritta da Manuzio in lingua volgare, l’editore scelse di denunciare con veemenza la crisi religiosa che pervadeva in quei tempi tutto il popolo cristiano. L’impegno, non solo verbale, in favore di un rimedio contro quelli che egli chiamò “tempi maledecti”, rappresentato in quel caso particolare dalla lettura devota delle epistole della santa senese, era tuttavia soltanto uno dei segnali della fede cristiana di Aldo.
Circa la religiosità e la devozione dell’editore, infatti, non sembra esserci alcun dubbio; sebbene Manuzio abbia pubblicato lungo il corso di tutta la sua attività opere palesemente inconciliabili con i dettami del cristianesimo, tuttavia egli non mancò mai di manifestare la propria posizione in merito.
Nelle sue prefazioni, infatti, l’editore pose sempre l’accento sul lavoro filologico che stava dietro il grande impegno per il recupero dei testi della cultura classica. Inoltre, riferimenti e richiami a Dio e alla morale cristiana sono presenti nella maggior parte delle premesse da lui composte e allo stesso modo anche il catalogo delle pubblicazioni costituisce una testimonianza attiva della sua religiosità.
#7.2
Tra le prime pubblicazioni in greco, assieme alle opere di autori classici e agli strumenti linguistici, Aldo volle pure la stampa dell’Ufficio della Vergine (1497) e del Salterio (1498).
Allo stesso modo, quando il suo programma editoriale andò a incentrarsi sul recupero dei grandi classici latini e greci, egli si premurò di inserire tra questi le opere della letteratura cristiana antica, tra cui quelle di Prudenzio (1501), Sedulio (1501) e Gregorio Nazianzeno (1504).
L’umanesimo cristiano di Aldo trova però la sua testimonianza più eloquente all’interno della prefazione all’Ufficio della Vergine del 1505.
In questa brevissima premessa l’editore palesò efficacemente il suo pensiero circa il rapporto tra gli studi letterari e la sfera spirituale cristiana: siccome la necessità principale dell’uomo era quella di ricercare il regno di Dio, la bellezza della trattazione letteraria era tale solo nel momento in cui essa abbracciava la dimensione religiosa del cristianesimo.
In questo semplice concetto Aldo sintetizzò perfettamente il suo personale modo di intendere l’umanesimo e l’attività editoriale a esso collegata.
#7.3
Il progetto più ambizioso relativo all’editoria religiosa ideato da Aldo fu però un altro: quello, purtroppo sfumato, collegato alla stampa della prima Bibbia poliglotta.
Già all’interno del Salterio del 1498 il curatore Giustino Decadio aveva annunciato il proposito di Aldo di voler stampare il testo dell’Antico Testamento nella triplice versione ebraica, greca e latina.
Il progetto, tuttavia, non riuscì a concretizzarsi per mancanza di sottoscrittori e a causa dei dissidi sorti tra Manuzio e Gershom Soncino, il tipografo ebreo che collaborò con Aldo tra il 1498 e il 1501 proprio alla realizzazione di questo ambizioso volume.
Di questa edizione restano oggi soltanto due copie di uno specimen conservate presso la Bibliothèque Nationale di Parigi, testimonianza eloquente della dinamicità intellettuale e imprenditoriale di Aldo, nonché dell’impegno profuso da lui e dai suoi collaboratori nella realizzazione di ciò che avrebbe potuto essere uno dei più monumentali prodotti tipografici dell’età moderna.