#11 Tra greci e latini

#11.1

 

Frontespizio del Senofonte del 1503

La pubblicazione della serie di libri tascabili dedicata agli autori latini e volgari non distolse Aldo dal suo proposito di continuare a stampare testi greci. Nel 1502 egli riprese infatti a pubblicare opere in greco, sebbene non agli stessi ritmi degli anni passati, ma utilizzando i medesimi formati impiegati per le edizioni precedenti alla creazione degli enchiridia.

A partire da quella data l’officina aldina pubblicò le opere di Tucidide, Erodoto, Stefano di Bisanzio (1502), Ulpiano, Senofonte (1503), Demostene (1504) e Ateneo di Naucrati (1514), testimoniando della volontà dell’editore di non volersi fermare alla sola ricerca dei testi filosofici e scientifici, ma anche di quelli retorici, storici e geografici, in modo da aspirare a un recupero pressoché integrale della cultura greca.

Ciononostante, l’indirizzo iniziale del programma aldino incentrato sulle opere di filosofi e scienziati fu confermato in differenti occasioni lungo il corso dell’attività editoriale manuziana.

Dapprima Aldo decise, infatti, di pubblicare testi in latino di illustri autori collegati alla sfera filosofica e scientifica dei greci, come il De expetendis et fugiendis rebus (1501), opera di carattere enciclopedico del grande grecista Giorgio Valla, all’interno della quale figuravano numerose traduzioni di testi filosofici e scientifici della classicità greca.