#4 Le edizioni latine
#4.1
Il piano editoriale di Manuzio per il recupero delle fonti letterarie greche fu un’operazione fondamentale per lo sviluppo della cultura umanistica. In particolare, la lavorazione che portò all’edizione della multiforme opera di Aristotele richiese un notevole novero di competenze, non solo linguistiche, ma anche scientifiche, da parte della folta schiera di collaboratori di cui Aldo si circondò.
Tra questi, oltre ai numerosi umanisti greci, vi furono anche figure di medici e scienziati italiani che possedevano una buona conoscenza del nuovo latino umanistico e della lingua greca. Come per il caso del Bembo, per il quale Manuzio stampò in segno di gratitudine il De Aetna, allo stesso modo anche altri collaboratori riuscirono a pubblicare le loro opere per i tipi di Aldo, creando in tal modo un segmento parallelo del programma editoriale manuziano.
Nel 1496 il medico legnanese Alessandro Benedetti pubblicò, probabilmente a proprie spese, i Diaria de bello carolino, una sorta di reportage della campagna intrapresa dalle milizie della Lega antifrancese contro Carlo VIII, alla quale aveva partecipato come medico capo dell’esercito confederato. Allo stesso modo, nel 1497 un altro medico, il celebre scienziato Niccolò Leoniceno, stampò presso l’officina aldina il suo De morbo gallico, all’interno del quale l’autore inserì il primo elogio pubblico dell’editore Manuzio, in cui venivano magnificati l’umanista e la sua impresa.
#4.2
La grandiosità del progetto editoriale aldino e la completa innovazione rispetto a ciò che in passato era stata l’editoria in lingua greca, richiesero costi notevoli in termini di esborso monetario da parte della società editoriale. La grande qualità delle edizioni e la settorialità di mercato ebbero però come conseguenza diretta l’imposizione di un prezzo elevato per ogni singola edizione e, di rimando, notevoli difficoltà nello smercio del materiale librario.
L’insieme di queste problematiche costrinse Aldo a scendere a compromessi coi soci e ad acconsentire alla pubblicazione di alcune opere in palese contrasto con il suo programma editoriale, ma molto vantaggiose sul piano del successo di vendite.
Nel 1497, dunque, l’officina aldina stampò due trattati del medico Lorenzo Maioli intitolati rispettivamente Epiphyllides in dialecticis (che sarebbe stato adottato dagli studenti di Padova e Ferrara) e De gradibus medicinarum.
Aldo, pur lodando il contenuto del lavoro di Maioli, nella prefazione della prima pubblicazione ne criticò lo stile linguistico rozzo tipico dei filosofi e degli scienziati a lui contemporanei, distante oltremodo dall’ideale umanistico dell’editore.
Esigenze di natura economica stettero pure dietro alla pubblicazione della Cornucopia di Niccolò Perotti (1499), strumento fondamentale per lo studio della lingua e della cultura latina. Questa opera, che godette di un successo editoriale tra i più fulgidi della prima età tipografica, pur essendo in palese contrasto con il metodo di insegnamento di Aldo, rappresentò di fatto una scelta azzeccata, visto che l’intera tiratura venne venduta in tempi brevissimi.
Se quindi da una parte Manuzio dovette di malavoglia sottostare ad alcune scelte contrarie al suo personale ideale culturale, dall’altra egli poté comprendere in questo primo periodo di attività il reale significato di una concreta impresa editoriale. Le difficoltà pratiche di sopravvivenza dell’officina aldina furono parte integrante di un processo di maturazione che portò Aldo a elaborare quello che sarebbe stato il futuro del suo programma di pubblicazioni.