#6 Il sogno di un amore esoterico
#6.1
Nel dicembre del 1499, appena qualche mese dopo la pubblicazione della Cornucopia di Perotti, l’officina di Aldo terminava di stampare un volume quanto mai originale, un romanzo allegorico di tema amoroso intitolato Hypnerotomachia Poliphili (“La battaglia d’amore in sogno di Polifilo”). La paternità del testo viene comunemente attribuita al domenicano veneziano Francesco Colonna, anche se non manca chi individua invece l’autore nel servita Eliseo da Treviso.
Molto si è dibattuto circa la scelta di pubblicare un’opera così particolare, palesemente estranea al programma dell’officina aldina. È assai probabile che Manuzio decidesse di pubblicare il volume principalmente per motivi economici, viste le difficoltà in cui si trovò la sua società editoriale dopo la morte dell’azionista di maggioranza Barbarigo, avvenuta in quello stesso anno.
La stampa dell’Hypnerotomachia, primo testo in volgare pubblicato per i tipi aldini, fu commissionata dal patrizio veronese Leonardo Grassi, che sostenne le spese della realizzazione tipografica. Come già aveva fatto in passato, Aldo non inserì una sua prefazione in apertura del volume, limitandosi a firmare l’edizione in fondo alla pagina finale con l’errata corrige, quasi a voler evidenziare la sua distanza intellettuale dai contenuti dell’opera.
Il testo di questo singolare prodotto letterario, composto in una curiosa mescolanza di latino e volgare, era, infatti, ricco di simbolismi e riferimenti eruditi, spesso paganeggianti ed erotici che rendevano l’opera una creazione virtuosistica poco aderente ai gusti letterari di Aldo. Le stravaganze linguistiche, unitamente al prezzo assai elevato, crearono all’Hypnerotomachia non poche difficoltà di commercializzazione; basti pensare che a distanza di dieci anni dalla pubblicazione, il magazzino di Grassi era ancora pieno di copie invendute dell’opera.
#6.2
L’Hypnerotomachia è considerato uno dei capolavori tipografici europei, sopravvissuto in un notevole numero esemplari, la maggior parte dei quali ottimamente conservata.
L’elemento che ha reso questo ponderoso volume in folio di 234 carte uno dei più eccezionali esempi di libro rinascimentale è costituito dall’altissima qualità grafica dell’opera, ricca di ben 172 raffinatissime silografie.
Queste splendide illustrazioni, realizzate da un ignoto ancorché abilissimo artista (forse da ricondurre alla cerchia del miniaturista padovano Benedetto Bordon), costituiscono nel loro insieme un’affascinante architettura visuale che completa il testo in una soluzione narrativa armoniosa e unitaria.
A prescindere dalla qualità e dalla forma del testo, infatti, ciò che doveva conquistare il pubblico era, nel caso dell’Hypnerotomachia, l’impostazione grafica dell’opera.
La commistione equilibrata degli elementi testuali, rappresentati dagli eleganti caratteri e dalla raffinata mise en page, con quelli visuali propri delle straordinarie illustrazioni rappresentarono il marchio di un nuovo indirizzo dell’impresa aldina.
Era chiaro che Aldo si stava disponendo ad ampliare i propri orizzonti editoriali, profondendo il suo impegno maggiore nel campo dell’iniziativa tecnica che, assieme a una rinnovata linea di pubblicazioni, gli avrebbe consentito di mantenere il successo conquistato con il primo programma per il greco.