#3 Il programma per il greco
#3.1
Prima che Aldo desse avvio al suo programma di pubblicazioni, l’editoria in lingua greca poteva contare su un numero relativamente limitato di titoli, tutti realizzati in Italia.
Gli strumenti di supporto per l’apprendimento del greco pubblicati prima del 1495, oltre al manuale di Lascaris, si riducevano al Lexicon greco-latino dell’umanista Giovanni Crastone e alla grammatica di Emanuele Crisolora; i testi letterari erano invece rappresentati da edizioni di Omero, Esiodo, Esopo, Teocrito, dalla Batracomiomachia e dal Salterio.
Attraverso il suo piano di pubblicazioni, Aldo compì un’operazione mai tentata prima: il recupero radicale e programmatico dei testi del pensiero greco. Nel suo personale percorso formativo, egli aveva maturato la convinzione che la conoscenza della lingua e della letteratura greca fosse imprescindibile per la completa formazione culturale dello studioso.
Nessuno degli umanisti italiani contemporanei di Aldo, nemmeno Angelo Poliziano, pur mirando a una cultura bilingue, giunse mai a preferire il greco delle fonti filosofiche e scientifiche alla lingua latina.
A questo poté arrivare Aldo, che non era poeta e scrittore, ma che come maestro e linguista vedeva nella sicura padronanza della lingua di Aristotele l’elemento chiave per la creazione e lo sviluppo della nuova cultura.
#3.2
Questa idea venne manifestata da Manuzio inizialmente nella raccolta poetica intitolata Musarum Panagyris (1489), in cui l’autore fece mostra di tutto il suo entusiasmo illustrando e raccomandando un programma educativo basato sullo studio parallelo del greco e del latino.
Nell’opera, Aldo evidenziò la posizione subordinata delle fonti letterarie latine rispetto a quelle greche, dalle quali derivava buona parte del sapere storico, filosofico e scientifico della cultura dei Romani. Al recupero di quelle fonti fu dunque dedicato il programma editoriale che Aldo aveva maturato nei suoi primi anni veneziani.
Naturalmente, la lettura dei testi era subordinata a un’adeguata conoscenza della lingua e Manuzio, assecondando la sua vocazione pedagogica, provvide fin da subito a fornire ai lettori gli strumenti necessari all’apprendimento del greco.
Per la sua impresa, Aldo apportò un’altra importante novità: la creazione di una nuova serie di caratteri greci, ancora una volta realizzata da Francesco Griffo, la cui messa a punto derivò da una profonda riflessione sulla combinazione delle singole lettere e dei segni grafici tipici della lingua greca.
Alla grammatica del Lascaris con testo latino a fronte, seguì ben presto la stampa delle opere grammaticali dell’umanista tessalonicese Teodoro Gaza (25 dicembre 1495), come pure quella del Thesaurus Cornucopiae et Horti Adonis (1496) curato da Aldo e dal francescano Urbano Bolzanio, del dizionario del Crastone (1497) e della grammatica dello stesso Bolzanio (1497-98), che sarebbe divenuto il manuale di lingua greca più richiesto del Cinquecento.
Per quanto riguarda i testi della letteratura greca, nel giro di pochi anni Aldo diede alle stampe le opere di Teocrito (1495-96), Museo Grammatico (1496-97), Aristofane (1498), Ateneo di Naucrati (1498) e Dioscoride (1499), nonché una accurata raccolta di epistole di filosofi greci (1499).
#3.3
Una simile operazione editoriale non sarebbe stata certo possibile, in quel periodo, se non ci fosse stata una situazione favorevole allo sviluppo di un piano di pubblicazioni così particolare. Nella fattispecie, a offrire una buona base per la promozione delle edizioni greche fu la rinnovata attenzione che l’università di Padova rivolse all’insegnamento del greco, per il quale venne assegnato nel 1497 un docente deputato alla spiegazione del testo di Aristotele.
Proprio nella pubblicazione della prima edizione delle opere dello stagirita si palesò l’espressione più compiuta del programma manuziano di recupero delle fonti della cultura greca. Tra il 1495 e il 1498 Aldo pubblicò cinque volumi contenenti i testi aristotelici, alcuni dei quali affiancati alle opere di discepoli e commentatori di Aristotele come Teofrasto e Apollonio di Afrodisia.
Questo elemento è assai eloquente circa l’ideologia del Manuzio editore-umanista, il quale non intendeva soltanto riproporre il testo originale del filosofo, ma anche la dimensione interpretativa delle opere aristoteliche propria dei greci, in contrapposizione a quella dei commentatori arabi e cristiani che tanto successo aveva avuto nel periodo medievale.