#5 Aldo e l’Umanesimo coevo
#5.1
Nel giugno 1491 Angelo Poliziano giunse a Venezia a seguito dell’amico Giovanni Pico della Mirandola. Durante il suo soggiorno nella Serenissima, dedicato per la maggior parte del tempo alla ricerca e all’analisi di codici greci, l’umanista toscano annotò in un taccuino i nomi delle persone incontrate.
Tra questi Poliziano segnalò il nome di “Alto Mannuccio”, fornendo in tal modo la prima testimonianza documentaria della presenza di Aldo a Venezia. Quasi sicuramente quello fu l’unico incontro personale avvenuto tra i due, un evento dal quale probabilmente Manuzio trasse profonda ispirazione per quella che sarebbe divenuta di lì a poco la sua impresa editoriale.
Negli ultimi anni di vita, infatti, Poliziano aveva maturato un rinnovato interesse per i testi di Aristotele e per la cultura greca in generale. In essa il letterato vedeva la base fondante del programma culturale di matrice enciclopedica teorizzato nel Panepistemon, la famosa introduzione alle sue lezioni sul commento all’Ethica Nicomachea di Aristotele.
#5.2
La precoce scomparsa di Poliziano nel 1494 non permise ad Aldo di collaborare con l’illustre letterato. Ciononostante, egli poté contare già agli inizi della sua attività editoriale sull’aiuto di alcuni allievi dell’umanista. Tali furono Carlo Antinori e Guarino Favorino, che collaborarono alla selezione dei testi presenti nel Thesaurus del 1496, come pure Scipione Forteguerri, forse il più importante e solerte tra i collaboratori di Aldo.
L’impostazione e lo sviluppo del programma editoriale aldino furono fortemente influenzati dalla lezione di Poliziano, di conseguenza la pubblicazione, nel 1498, della raccolta di opere umanistiche del poeta rappresentò molto di più di un dovuto omaggio al maestro.
Inserendo nel suo programma editoriale gli scritti dell’umanista che più di ogni altro aveva promosso gli studi greci e che assieme era riconosciuto tra i contemporanei come il maestro indiscusso dell’arte poetica e retorica in lingua latina (ma anche della poesia volgare), Manuzio compì una ben più significativa operazione culturale.
Questa monumentale pubblicazione intendeva infatti esplicitare il programma intellettuale che Aldo aveva mutuato direttamente da Poliziano: un ideale culturale che, passando dalla penna dell’umanista ai torchi aldini, elevava l’editore a continuatore ideale dell’opera del maestro toscano.